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Post virale: Come si crea?

Il caso studio di @gigienne

Come si crea un post virale su Instagram? 

Onestamente non è una domanda a cui mi piace rispondere. Perché la riposta non è: posta il video di un gattino.

Presuppone delle nozioni molto profonde, non solo dell’algoritmo ma anche delle logiche cognitive e comportamentali degli essere umani sia off-line che on-line.

Per questo motivo quando ho visto il post di Gigi, appassionato proprio di queste tematiche, ho pensato:

Chi meglio di lui può spiegare i retroscena di un post virale che è stato ricondiviso 33.000 volte… creato da un profilo con poco più di 2.000 follower?!

Come nasce il post virale di @Gigienne?

Incendio amazzonio
Fonte: https://www.peopleforplanet.it/

Qui Gigi Nigro, 27 anni, Web Designer, Digital Marketer, e studente universitario!

Ora 16 di Venerdì 23 Agosto 2019.

Ero davanti al pc a cercare ispirazione per un post da pubblicare su Instagram. Ma siccome nella mia testa c’erano solo scimmie che battevano piatti decido di alzarmi dalla scrivania e andare a cazzeggiare.

Proprio mentre mi alzo mi arriva un messaggio su Instagram da parte di un’amica in cui c’era scritto:

“Gigi, ciao scusami se disturbo. Essendo tu molto seguito potresti pubblicizzare questa app: ECOSIA. È un motore di ricerca e utilizzano i ricavi delle pubblicità per piantare alberi. Grazie”

Ecosia amazzonia
Home page di Ecosia

Forse ti ricorderai che alla fine di Agosto dell’anno corrente si è parlato tanto dell’incendio che ha colpito l’Amazonia: tante persone che seguo online hanno condiviso indignazione a riguardo.

Ma invece di limitarsi ad indignarsi (probabilmente con l’unico scopo di raccogliere consensi)…

Non sarebbe meglio impegnarsi per fare qualcosa di concreto e soprattutto invitare le altre persone a fare lo stesso?

Quel messaggio mi ha illuminato: era l’ispirazione che cercavo, l’idea perfetta per un contenuto!

Il Post Virale

Mi metto a fare una ricerca proprio per capire che cosa si potesse fare di concreto a riguardo e oltre a ECOSIA trovo altre due soluzioni valide.

  1. La prima è stata Treedom: una startup Italiana di cui ho conosciuto il fondatore lo scorso anno ad un evento. Treedom ti permette di “adottare un albero, piantarlo dove ce n’è più bisogno nel mondo e seguire online il suo ciclo di vita.
  2. L’altra soluzione era Rainforest Trust: una piattaforma che raccoglie donazioni e ne fa delle “collette” per comprare terreni ed evitare che vengano maltrattati e disboscati.

Così faccio uno screen delle home page delle tre piattaforme e mi precipito su Canva per creare il mio solito post a slide. Eccolo:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Gigi Nigro (@gigienne) in data:

Sarò onesto.

Mentre creavo il post sentivo un leggero brivido corrermi dietro la schiena. Sapevo infondo che questo post aveva degli elementi di innesco per la viralità.

Ho lavorato un po’ sul copy e mi aspettavo un discreto risultato ma non dell’entità di quello che è stato!

Ecco qui uno screen shot dei numeri che il post ha fatto su Instagram:

Post virale instagram
Business Insights del post

Ok, se ti stai chiedendo quali sono gli elementi che hanno innescato la viralità ne sto per parlare!

I 4 elementi di un post virale

Elemento 1

Il primo elemento di viralità è stata proprio la natura del post, che ha fatto leva su un argomento “hot” che in quei giorni era sulla bocca di tutti. Una sorta di Real Time Marketing fatto molto male, ma che è stato efficace!

Elemento 2

In ogni caso non sarebbe mai bastato solo questo ad innescare la viralità, ci ho dovuto mettere altro strutturando un buon copy.

Guarda la prima slide: “Incendi in Amazonia” titolo a caratteri cubitali su sfondo in contrasto per attirare immediatamente l’attenzione.

Nel sottotitolo ho inserito una bella e forte provocazione: “cosa puoi fare di concreto oltre a ostentare indignazione sui social?” Il testo è breve, il sacrificio cognitivo per leggerlo è nullo e ti introduce proprio quello di cui parla il post.

post virale instagram

Il messaggio è chiaro e avrebbe beccato l’attenzione sia di quelli che si erano già indignati, sia di quelli che non lo avevano (ancora) fatto!

In un certo senso quel post ti stava dicendo:

ehi babbeo, visto che oggi tutti si indignano per sta roba e nessuno fa nulla di concreto, ti voglio dare l’occasione per dimostrare di essere una persona diversa e pragmatica. Ho la tua attenzione?

Elemento 3

Un altro elemento di innesco per la viralità è stato il format del post: slide di contenuto utile e fruibile immediatamente.

Se guardi il corpo del post ci sono tre slide in cui si parla delle tre soluzioni, accessibili a tutti e in quel preciso momento.

post virale instagram  post virale instagram  post virale instagram

Nel suo libro “Contagioso. Perché un’idea e un prodotto hanno successo e si diffondono” Jonah Berger spiega perché l’utilità pratica e immediata di un’informazione può essere un fattore di viralità.

Secondo la mia opinione da umile Marketer di quartiere, queste tre slide che sono il corpo del post sono state responsabili del 50% del risultato.

Elemento 4

L’ultimo elemento, quello che ha fatto il lavoro sporco, è stata la Call To Action:

Condividi questo post nelle tue storie e contribuisci a salvare il mondo.

Vabbè, esagerato dai!

Ma dai alle persone un motivo valido per compiere un’azione che faccia leva sul loro ego, e chiunque sarà felice di seguire le tue istruzioni.

post virale instagram

Questa CTA forniva un motivo più che valido per condividere: chi non vorrebbe contribuire a salvare il mondo? E soprattutto chi non vorrebbe dimostrare ai suoi amici di essere un vero eroe?

Perché è diventato un post virale?

Prima di chiudere voglio segnalare il fattore critico di successo di questo post: senza questo fattore tutti gli elementi descritti e messi in croce non avrebbero mai permesso al post di fare questi numeri.

Sto parlando della mia community: sono state le persone che mi seguono ogni giorno e che consumano i miei contenuti ad aiutarmi a diffondere il post ed innescarne la viralità.

In quei giorni qualcuno addirittura mi mandava screen del mio post condiviso da influencer e pagine seguitissime! Insomma, le persone che mi seguono si sono comportate da “starnutitori” permettendo al post di iniziare a girare.

condivisione post passaparola

Conclusioni

Ricapitolando, i fattori che hanno contribuito a rendere virale il post sono stati:

  1. Il topic caldo, l’argomento in quei giorni era discusso da praticamente ogni essere umano;
  2. Il copy del sottotitolo della prima slide: molto provocatorio, che ha avuto un effetto catena nel momento in cui chi condivideva il posto voleva a suo volta provocare.
  3. Il contenuto del post: informazioni pratiche e immediatamente usufruibili (elemento di viralità)
  4. . La CTA finale con la giusta leva psicologica. (per approfondire le Call to Action leggi questo articolo)
  5. . La community che ha iniziato a diffondere il post. Se non avessi avuto la mia community oggi non sarei qui a scrivere questo post <3
Cosa insegna l’ultimo punto?

Che qualsiasi siano gli obiettivi di una strategia digitale, avere una community leale e fidata è fondamentale.

La community è una leva che rende il lavoro di crescita molto più facile.

E per crescita non intendo in termini di follower, ma in termini di network. Conoscere più persone possibili nella propria nicchia, stringere e mantenere relazioni a mio parere sarà un enorme vantaggio competitivo nel futuro mondo del lavoro.

Tra 10 anni, quando tutti i mercati saranno dominati da robot, algoritmi e automazioni, si distingueranno solo quelli che sono in grado di rimanere umani!

Vi lascio con il grafico di Not Just Analytics della crescita del mio profilo avvenuta in quei giorni (circa 1500 in 2 giorni partendo da una base di 2000… il che significa che ho quasi raddoppiato).

crescita instagram Not Just Analytics
Grafico della crescita di @Gigienne. Fonte: notjustanalytics.com

Adios, gigienne <3

Conclusioni Not Just Analytics

Come detto più volte RIPETERE la viralità in maniera matematica, è impossibile. Ma analizzarla può aiutarci a comprenderne le dinamiche e “farci trovare pronti”.

In sostanza aiutati che dio ti aiuta.

Il caso di Gigienne spiega in maniera molto dettagliata cosa ha funzionato per lui, in quel particolare momento storico. Funzionerà anche per te? Probabilmente no.

Ma adesso hai sicuramente chiari quali sono alcuni degli elementi importanti per creare un buon post. Indipendentemente che vada virale o meno.

Ci auguriamo che questo caso studio possa essere di ispirazione. Se desideri contattarLa, clicca qui: @gigienne

P.s. Anche se i telegiornali non ne parlano più, il problema in Amazonia c’è ancora. Se vuoi dare una mano i link presenti in questo post e nel post sono ancora validi.

Incendio amazzonia

 

Co-fondatore di Njlitics. Biondo, occhi azzurri, 1.75

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